La retribuzione del personale docente si distingue in diverse componenti, di cui le più importanti sono la paga base e la retribuzione professionale docenti (RPD). La retribuzione professionale docenti è un compenso di natura fissa e continuativa, istituito dal CCNL “secondo biennio economico 2000/2001”, che all’art. 7 comma 1 stabilisce che “sono attribuiti al personale docente ed educativo compensi accessori articolati in tre fasce retributive”, aggiungendo, al comma 3, che «la retribuzione professionale docenti, analogamente a quanto avviene per il compenso individuale accessorio, è corrisposta per dodici mensilità con le modalità stabilite dall’art. 25 del CCNI del 31.8.1999”

Chi riceve in busta paga la Retribuzione Professionale Docenti (RPD)?

La Retribuzione Professionale Docenti (RPD) è una retribuzione individuale accessoria che viene corrisposta a tutti i docenti di ruolo e persino ai docenti non di ruolo con contratto annuale (30 giugno e 31 agosto). Ai docenti precari (quelli impiegati per le cosiddette supplenze brevi e saltuarie) la Retribuzione Professionale Docenti non viene corrisposta ed il legittimo riconoscimento del diritto può essere ottenuto solo tramite ricorso giudiziale.

ricorso per RPD
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A quanto ammonta la Retribuzione Professionale Docenti (RPD)?

Trattasi di un compenso di €. 174,50 mensili. Fino al 2018 ammontava a 164,00 euro mensili, poi aumentati a 174,50 con il C.C.N.L. del 19 aprile 2018. I docenti precari o che sono stati stabilizzati negli ultimi 5 anni, possono non solo ottenere l’aumento dello stipendio, ma anche il pagamento degli arretrati degli ultimi cinque anni.

La Suprema Corte di Cassazione già dal 2018 ha dichiarato illegittima e discriminatoria l’esclusione dei docenti impiegati per “supplenze brevi” dal compenso per l’RPD, in virtù del principio di parità di trattamento sancito dall’accordo quadro europeo sul contratto a tempo determinato, che vieta ogni discriminazione tra personale “fisso” e personale precario. A tale sentenza si sono omologati tutti i Tribunali d’Italia.

È possibile quindi oggi, a seguito delle pronunce della Corte di Cassazione e dei Tribunali – Sez. Lavoro di tutta Italia che hanno stabilito il diritto al trattamento accessorio anche per i docenti che hanno svolto supplenze brevi e saltuarie (ad. esempio mensili o fino all’8 giugno), per i docenti precari ottenere il riconoscimento del relativo emolumento economico fino a cinque anni precedenti (gli importi ottenibili mediante la pronuncia giurisprudenziale sono calcolati in base all’indicazione dei CCNL ed ammontano ad € 164,00 mensili per i periodi di supplenza fino al 28.05.2018 e € 174,50 mensili per i periodi successivi).

Tutti i docenti che posseggono i requisiti di cui sopra, possono rivolgersi allo studio legale LEXFIRM per intraprendere le iniziative necessarie ai fini del riconoscimento economico agli stessi spettante.

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